Fino a 20 anni fa in Argentina la presenza indigena era sconosciuta
e soprattutto, negata.
Si parlava "di gruppi d'indiani nel nord ed il sud... ", in generale, in totale
mancanza di dati certi.
La società argentina ha da sempre ignorato la presenza di comunità aborigene
originarie, ricordandosene solamente in occasione di problematiche che avrebbero
potuto nuocere all'intera nazione, come successe ad esempio in occasione di una
esplosione di cólera.
Eppure si parla oggi di 500.000 persone che vivono in condizioni di marginalità
e discriminazione , cifra peraltro sottostimata perchè non tiene conto delle
comunità inserite all'interno delle città.
Le popolazioni aborigene sono organizzate nell'AIDA (
Asociación Indígena de Argentina) con sede a Buenos Aires . Esistono
in ogni provincia organizzazioni governative in favore della popolazione indigena,
ma sono poco apprezzate dalle popolazioni stesse che non le ritengono di aiuto.
Altre organizzazioni non governative , come ad esempio
Mundo Aborígen o la pastoral aborígen
de la iglesia ( Endepa ) , sono invece apprezzate per la loro capacità
di interpretare e fare da tramite verso le istituzioni delle legittime rivendicazioni
.
L'accesso all'educazione per le popolazioni aborigene è quasi impossibile a causa delle misere condizioni di vita e della qualità dell'insegnamento che non prevede se non in casi isolati (come ad esempio la provincia del Chaco nel Sautee a Misiones che prevedono programmi specifici ) l'insegnamento della storia indigena, della lingua e delle tradizioni
Durante la conquista spagnola molti delle popolazioni
indigene che abitavano la terra argentina vennero decimate o assoggettate.
Nel diritto coloniale spagnolo (e portoghese) gli indios erano equiparati a
minori bisognosi di protezione, di stimolo al lavoro organizzato, di organizzazione
della vita sociale secondo schemi europei.
Non si concepiva altra "civiltà" che
quella europea, cui anche gli indios dovevano accedere: ma, essendo primitivi
e selvatici, bisogna condurveli con metodi paternamente costrittivi.
La Corona di Spagna affida gli indios ai colonizzatori (assistiti dai
missionari per la parte religiosa), affinché li inquadrino nel
lavoro, insegnando loro a lavorare la terra, istruendoli nella dottrina
cristiana e avviandoli alla "civiltà".
Nasce così l'istituto
della "encomienda", per cui ad un colono viene affidato un vasto territorio
da colonizzare: gli indios che vi sono dentro sono sotto la sua autorità e
protezione.
In pratica, nell'immenso continente quasi spopolato e senza
strade, nella sua "encomienda" il colono era re e signore assoluto.
Più tardi,
nella fase costituzionale del paese, vennero effettuate due spedizioni
militari tanto al nord e al sud (1870-1884) che determinano il grande
massacro indigeno. I popoli indigeni sopravvissuti vennero relegati nelle zone
più inospitali del paese.
Nel novembre 1984, nasce l'équipe nazionale d'Aborigène Pastoral
(ENDEPA). Endepa è un organizzazione riconducibile alla Chiesa Cattolica
il cui principale obiettivo è difendere la popolazione indigena, l'identità ,
la vita.
E' il decennio di anni di 85 - 95 che segna la svolta nel riconoscimento dei popoli indigeni: la riforma costituzionale del 1994 riconosce esplicitamente i loro diritti .
Constitución Nacional de 1853, revisión de 1994
Capítulo IV, Atribuciones del Congreso
Artículo 75
Corresponde al Congreso:
17. Reconocer la preexistencia étnica y cultural de los pueblos
indígenas argentinos.
Garantizar el respeto a su identidad y el derecho a una educación bilingüe
e intercultural ; reconocer la personería jurídica de sus comunidades,
y la posesión y propiedad comunitarias de las tierras que tradicionalmente
ocupan; y regular la entrega de otras aptas y suficientes para el desarrollo
humano ; ninguna de ellas será enajenable, transmisible ni susceptible
de gravámenes o embargos. Asegurar su participación en la gestión
referida a sus recursos naturales y los demás intereses que los afecten.
Las provincias pueden ejercer concurrentemente estas atribuciones.
Secondo le stime del Encuentro Nacional de Pastoral Aborígen
(Endepa), in Argentina ci sono più di 700 comunità indigene
in diverse province del nord, centro e sud del paese, provenienti da
una ventina di popoli autoctoni.
Molte di queste popolazioni non posseggono titoli di proprietà sulle
terre che abitano, ma è evidentemente necessaria una radicale ridistribuzione
del territorio dal momento che la riforma costituzionale del 1994 prevede il
riconoscimento dei diritti di proprietà degli aborigeni.
Molte etnie indigene del paese, reclamano invano che gli vengano concessi i
titoli di proprietà e denunciano sgomberi arbitrari e costanti, senza
che le autorità comunali, provinciali o nazionali intervengano in loro
favore.
Chiriguanos ( vivono nella provincia di Salta y Jujuy. In Argentina vivono 21.000 chiríguanos e 1400 Chanés. Entrambi sono di origine amazzonica , i primi discendono dai Guaraníes , i secondi dagli Arawuak. Sono tradizionalmente agricoltori di granoturco, zapallo e porotos )
Chorotes ( antichi abitanti del Parguay, nel 1942 si stabiliscono presso la missione la La Paz )
Chulupies ( vivono presso la missione la La Paz )
Diaguitas- Calchaqui ( 6000 persone, vivono nelle valli di Vicen Calchaquíes Tucuman e di Catamarca. Alcuni vivono dispersi e altri in Comunità organizzate come quella Quilmes, d'Amaicha della Vallée ed il piccolo gruppo Llampas . Vivono di un 'economia di sopravvivenza, di artigianato tessile e ceramico )
Guaranies ( circa 3.000 vivono in Argentina, precisamente nella provincia di Misiones. Gruppi di Guaranies vivono anche in Paraguay ed in Brasile. Vivono in piccole Comunità: la direzione del gruppo è esercitata dal paí. I capi famiglia riuniti in Consiglio cercano di risolvere i problemi comuni. Nel 1987, il governo di Misiones promulga la legge provinciale nº 2.435 con la partecipazione degli indigeni stessi. Fu la legge più progressista mai esistita in Argentina. Tuttavia, è stato abolita e attualmente sostituita dalla Nº 2.727 . Coloro che vivono in villaggi coltivano la terra, oppure lavorano nelle aziende manifatturiere locali senza alcuna protezione legale e di lavoro. I gruppi nomado seguono la vita tradizionale: cacciano, pescano, raccolgono miele e frutti . La maggioranza della popolazione parla tre lingue : parlano il mbya, il guaraní e il castigliano.
Kollas ( si stima siano 170.000 . Vivono a Jujuy y Salta, e non possidono terreni . Vivono di un economia di sussistenza , per decenni perseguitati dai proprietari terrieri, lavorano come braccioanti agricoli e allevatori di bestiame, le donne lavorano come domestiche nelle città,
Mapuches I mapuche in Cile sono più di un milione e mezzo, mentre in Argentina ne vivono circa 200.000, distribuiti a sud della provincia orientale di Buenos Aires e La Pampa, a Neuquén, Chubut e Santa Cruz, ossia l'intera regione a sud del paese conosciuta come Patagonia.
Mocovies
Pilagas
Tapietes
Tehuelches
Tobas
Wichi abitano l'angustia zona del Chaco, una zona
paludosa dove l'acqua potabile è scarsa, l'elettricità viene
ancora salutata come una grazia ricevuta e la legna è sempre umida.
Argentina: la Corte Suprema dà ragione ai Wichí .
" Dopo sette lunghi anni di dibattimento, gli Indiani Wichí dell'Argentina
settentrionale hanno conseguito una straordinaria vittoria legale contro la
Provincia di Salta. La controversia riguardava una concessione di disboscamento
rilasciata a Los Cordobeses, una compagnia argentina proprietaria di alcune
terre confinanti con la comunità wichí di Hoktek T'oi. Nonostante
quest'area sia parte vitale del territorio ancestrale dei Wichí, la
Provincia concesse la licenza senza aver preventivamente consultato gli Indiani.
In poco tempo, gran parte delle terre wichí furono completamente distrutte.
Assistiti da alcuni avvocati (parzialmente finanziati da Survival), i Wichí decisero
di intraprendere una battaglia legale per far dichiarare illegale la deforestazione.
Nonostante l'ostruzionismo della Provincia, il caso è giunto sino alla
Corte Suprema argentina, la quale ha sancito l'illegittimità delle licenze
concesse senza previa consultazione del popolo tribale proprietario della terra
interessata. I Wichí sperano che il verdetto possa evitare, nel futuro,
il ripetersi di simili disastri.Dopo la sentenza, gli Indiani hanno ringraziato
Survival: "I Wichí di Hoktek T'oi vi mandano saluti di affetto e gioia
per il sostegno e la solidarietà dimostrati durante questi sette anni
di lotta per difendere i nostri diritti territoriali." Fonte Survival.it
Día Internacional de los Pueblos Indígenas
International Day of the World's Indigenous People
Da risoluzione 49/214 del del 23 dicembre 1994, l'assemblea generale
delle Nazioni Unite ha deciso celebrare il giorno internazionale della
popolazione indigena mondiale il 9 agosto di ogni anno dei 10 previsti
nella The International Decade of the World's Indigenous People
(1995-2004)
Questa data contrassegna il giorno della prima riunione, in 1982, del gruppo
di lavoro sulle popolazioni indigene della sotto-commissione sulla promozione
e sulla protezione dei diritti dell'uomo. L'obiettivo della decade internazionale è di
rinforzare la cooperazione internazionale per la soluzione dei problemi considerati
dalla popolazione indigena in tali zone come i diritti dell'uomo, l'ambiente,
lo sviluppo, la formazione e la salute.
Il coordinatore della decade è l'ufficio dell'alto commissariato per
i diritti dell'uomo.
Nel mese di aprile del 2000, la Commissione sui diritti dell'uomo ha adottato
una risoluzione stabilire la tribuna permanente sulle edizioni indigene che è stata
firmata dal Consiglio economico e sociale nella risoluzione 2000/22 del del
28 luglio 2000. Il mandato della tribuna permanente deve discutere le edizioni
indigene relative a coltura, evoluzione economica e sociale, formazione, l'ambiente,
la salute e diritti dell'uomo.