A Buenos Aires il Congresso approvò la Costituzione del Nuovo Stato che fu giurata il 25 maggio 1819. La Carta Costituzionale seguiva lo schema stabilito dal pensatore francese Montesquieu , con una netta separazione di poteri : Ejecutivo, Legislativo, Judicial.
José di San Martin preservò di nuovo l'indipendenza argentina dagli spagnoli: varcate le Ande liberò il Cile nel 1818 e il Perù nel 1821 dal dominio iberico, assicurando così sicurezza al Nuovo Stato Nazionale
La vita della nuova nazione all'inizio non fu facile, nonostante il pericolo di una riconquista spagnola fosse definitivamente tramontato.
Dal 1819 al 1829 si scatenò nel paese una guerra civile "unitari" e "federalisti" delle province sostenitori degli interessi dei feudatari agrari e dei gauchos.
I federalisti delle zone interne (proprietari terrieri di tendenza conservatrice sostenuti dai gauchos e dalla classe lavoratrice rurale) richiedevano l'autonomia provinciale, mentre gli unitari della capitale (abitanti di una città cosmopolita che guardava con favore all'iniezione di capitali freschi, di immigrati e di nuove idee dall'Europa) appoggiavano il potere centrale di Buenos Aires.
Dopo un periodo di alternanza nel quale prevalsero ora i federalisti ora gli unitaristi, i federalisti passarono al potere nel 1829 con Manuel Rosas che istaurò una dittatura decennale.
Nel 1835 la dittatura di Rosas fu legalizzata da un plebiscito.
Rosas dichiaro' guerra, denominata Guerra Grande( 1839-1852) , all'Uruguay .
Montevideo si difese eroicamente con l'aiuto dei volontari della legione italiana di Garibaldi.
La guerra logoro' il potere di Rosas che fu costretto all'esilio.
La convenzione di Santa Fè elaborò una Costituzione federale ispirata a quella degli Stati Uniti nel 1853 ma Buenos Aires rimase indipendente fino al 1859, fino a quando la battaglia di Cepeda e il patto di San Josè de Flores portarno alla riunificazione del paese.
Gli ultimi sussulti separatisti si ebbero nel 1861 allorchè il generale Mitre proclamò la Repubblica Argentina al posto della Confedereazione .
La Costituzione del 1853 fu rispettata ma il centralismo in sostanza prevalse.
Dal 1853 si ebbero presidenti regolarmente eletti, ( Urquiza 1853-1870 ) Derqui ( 1860-1861 ) Mitre ( 18612-1868 ) Sarmineto ( 1868-1874 ) Avellaneda ( 1874-1880 ) Roca ( 1880-1886 ) Celman ( 1886-1890) Pellegrini ( 1890-1892 ) Saenz Pena ( 1893-1895 ) Uriburu ( 1896-1897 ) e ancora Roca ( 1898-1904 ).
Un lungo conflitto col Cile per questioni di confine portò, nel 1881, a un accordo che assegnò all'Argentina i territori orientali della Terra del Fuoco; un nuovo grave contrasto sorto con il Brasile in relazione alle terre della Patagonia (1899) si risolse nel 1902 grazie a un arbitrato della Gran Bretagna.
La grande fase dello sviluppo si colloca tra il 1850 e il 1930. L'Inghilterra faceva fluire denaro nel Paese, si avviava la costruzione della rete ferroviaria e in Argentina arrivò la grande ondata migratoria, costituita per lo più da spagnoli ed italiani che sfuggivano dalla povertà. I nuovi venuti superarono di gran lunga sia gli indios autoctoni sia i meticci, discendenti dall'incrocio tra gli indios e i primi colonizzatori spagnoli. Le città si svilupparono, specialmente Buenos Aires in quanto sede del Governo nazionale e porto per la crescente attività di esportazione e importazione. Ma la fase di boom ebbe praticamente termine con la depressione mondiale degli anni Trenta.