L'espansione economica della fine del 1800 , favorita dalla costruzione di ferrovie, dalla navigazione a vapore fece dell'Argentina uno dei paesi più economicamente sviluppati dell'America latina, e ne fece uno dei poli di attrazione dell' emigrazione soprattutto italiana.
L'Argentina rimase neutrale durante la prima guerra mondiale.
Nel 1912 venne approvata la nuova legge elettorale del presidente Sàenz
Pena , che stabilì la segretezza del voto.
Nacque allora un nuovo partito, il partito radicale che si impose portando
alla presidenza del paese Hipólito Irigoyen dal 1916 al 1922
che venne poi rieletto.
La crisi economica del 1929 ebbe forti ripercussioni nel paese, creando
un profondo disagio sociale e politico. Il 6 settembre 1930 un colpo
di stato portò al potere il generale Uriburu.
Da allora, durante
la presidenza di Justo 1931-1937, Ortiz 1938-1942 e di Castillo 1942-1943
il governo fu praticamente nelle mani dei miltari ed ebbe una forte impronta
conservatrice.
Allo scoppio dell seconda guerra Mondiale l'Argentina proclamò la sua neutralità nonostante le presioni degli Alleati perchè entrasse nel conflitto contro Germania e Italia, rifiutandosi di troncare le relazioni diplomatiche con le potenze dell'Asse.
Il 4 giugno 1943 il colpo di stato de GOU Grupo de Uficiales Unidos , portò al potere prima il generale Arturo Rawson, dopo il quale assunse la presidenza il generale Pedro Ramírez .
Ramírez sotto la pressione anglo-americana ruppe le relazioni diplomatiche con la Germania .
Decisa a ostacolare la politica alleata, la giunta militare, che deteneva l'effettivo potere politico, obbligò il presidente alle dimissioni (24 febbraio 1944).
Anche Farrel tentò di evitare la dichiarazione di guerra ma poco prima della fine del conflitto con un gesto poco più che simbolico il 27 marzo 1945 dichiarò guerra all'Asse.
Il colonnello Juan Domingo Perón nel frattempo nominato ministro del lavoro e della guerra andava acquisendo una grande popolarità. Timorosi di questo ascendente sulle masse i vertci militari tentarono di estrometterlo dal potere ma egli sollevò i "discamisados" di Buenos Aires e dei sobborghi facendosi poi eleggere regolarmente Presidente della Repubblica nel febbraio 1946.
Sfruttando la particolare situazione del dopoguerra l' argentina ebbe fino al 1948 un periodo di grande prosperotà economica che permise a Peron di effettuare una politica di riforme economiche : nazionalizzazione della Banca Centrale, estinzione del debito pubblico, progettazione del primo piano quinquennale.
Ma il benessere assicurato al popolo da tale programma, il parte demagogico fu di breve durata, il regime incominciò a non poter reagire eficacemente all'aggravarsi della situazione economica , che vide una crisi dell'esportazione e l'inizio del deficit della bilancia commerciale. Tuttavia le elezioni del 1954 furono ancora favorevoli al peronismo che assunse una forma più autoritaria con la sopressione dei moti dell'aprile 1954.
Nel marzo del 1949 venne introdotta una nuova Costituzione, che permetteva la rielezione del presidente della repubblica per un secondo mandato. Avvalendosi della nuova disposizione, nel luglio dello stesso anno Perón venne ufficialmente ricandidato dal suo partito per le elezioni in programma nel 1952.
Nel gennaio del 1953 il governo inaugurò il suo secondo piano quinquennale, questa volta incentrato sull'incremento della produzione agricola. Nei mesi successivi l'Argentina strinse importanti accordi commerciali ed economici con diversi paesi (fra cui Gran Bretagna, Unione Sovietica e Cile), riportando in attivo la bilancia commerciale; la moneta argentina continuò invece a subire una forte svalutazione.
Il 16 giugno 1955 alcuni dissidenti dell'aeronautica argentina diedero vita a un tentativo di rivolta antiperonista, fallito per la scelta dell'esercito di rimanere fedele al governo. La vicenda si ripeté tre mesi dopo, ma questa volta il pronunciamento militare mostrò una base di consenso più estesa, così che, dopo tre giorni di guerra civile (che costarono la vita a circa 4000 persone), Perón fu costretto a dimettersi e a riparare in esilio prima in Paraguay, quindi in Spagna. Nel frattempo, il 20 settembre, il maggiore Eduardo Lonardi aveva assunto le funzioni di presidente provvisorio dell'Argentina, promettendo al paese la pronta restaurazione di un regime democratico.
Il governo Lonardi cadde in meno di due mesi, vittima a sua volta di un colpo di stato guidato dal generale maggiore Pedro Eugenio Aramburu. Aramburu abrogò la Costituzione del 1949 ristabilendo quella liberale del 1853, che proibiva la rielezione del presidente.
I peronisti vinsero largamente le elezioni del marzo 1973, e il loro candidato presidenziale Héctor Cámpora assunse l'incarico il 25 maggio successivo. Immediatamente vi fu un intensificarsi degli atti di terrorismo di matrice fascista, ma altrettanto violenti scoppiarono gli scontri entro lo stesso partito di maggioranza, diviso tra moderati e radicali progressisti; il giorno del rientro di Perón a Buenos Aires (20 giugno), una manifestazione di protesta degenerò provocando 380 vittime.
Un mese più tardi Cámpora si dimise, e in settembre un nuovo pronunciamento popolare riportò Perón alla presidenza con più del 61% dei consensi.
Durante il suo governo, le condizioni politiche ed economiche del paese peggiorarono drammaticamente, mentre lo scatenarsi del terrorismo di sinistra e di destra giunse a provocare oltre 700 morti nel solo anno 1975.
Nel marzo 1976 una giunta guidata dal luogotenente generale dell'esercito Jorge Rafael Videla assunse i pieni poteri, sciolse il parlamento e impose la legge marziale, governando da allora per decreto.
Per approfondire :
Ecco alcuni siti che possono essere
utili per approfondire il periodo della feroce dittatura in Argentina.
Rapporto del CONADEP Commissione Nazionale Argentina sui desaparecidos - 1984
Videla fu sostituito dal maresciallo Roberto Viola (nel marzo 1981), a sua volta deposto meno di un anno dopo dal generale Leopoldo Galtieri. Il governo di quest'ultimo riuscì a raccogliere il paese attorno a sé nell'aprile 1982, occupando le isole Falkland (Malvinas per gli argentini), ma dopo la breve guerra delle Falkland la Gran Bretagna recuperò le isole, screditando senza appello il dittatore, che venne sostituito dal generale Reynaldo Bignone.
Nell'ottobre del 1983, in una situazione di crisi economica estrema, il paese tenne le prime elezioni presidenziali democratiche dopo dieci anni, eleggendo il candidato del Partito radicale Raúl Alfonsín. Questi guidò il paese nel ritorno alla democrazia. Risultò invece insoluto il nodo dell'inflazione e delle gravi violazioni dei diritti umani avvenute durante tutto il precedente regime militare (che avevano causato anche la morte di circa 30.000 oppositori, molti dei quali desaparecidos , "scomparsi").
Alle presidenziali del maggio 1989 il candidato peronista Carlos Saoúl Menem fu eletto presidente. Menem impose un drastico programma di austerità d'ispirazione neoliberista, ed entro i primi anni Novanta riuscì a frenare l'inflazione, pareggiare il bilancio, privatizzare le aziende di stato e saldare i debiti del paese con le banche.
Alle elezioni del 1995 Menem fu rieletto alla presidenza del paese, ma subito dopo grosse divisioni si verificarono all'interno del partito di governo. Menem fu accusato, assieme a tutto l'entourage governativo, di corruzione dal suo ex ministro dell'Economia Domingo Cavallo.
Nel 1995 si riaprì anche la pagina dolorosa dei desaparecidos , con la pubblicazione della testimonianza di un ufficiale dell'aeronautica che confessava di avere gettato in mare, dal suo aereo, prigionieri politici ancora vivi.
Nel 1997 l'Argentina viveva una ripresa del conflitto sindacale e politico, per la grave disoccupazione e il sensibile aumento della disuguaglianza sociale.
Nel 1999 Elezione di Fernando De La Rua impegnatosi nella lotta alla corruzione e nella ripresa dei processi contro numerosi esponenti della dittatura militare. Ma il nuovo presidente si dimostrò ben presto poco capace e la coalizione si sfaldò quasi da subito. La crisi politica "costrinse" De la Rua a chiamare l'ex ministro menemista Cavallo e tanti altri convinti sostenitori del neoliberismo. Inutile dire che queste politiche soddisfacevano sia Washington che il FMI che, infatti, elargì un altro grosso prestito miliardario. E le transnazionali economiche cominciarono un po' alla volta a fare le valigie per trasferirsi in Brasile, lasciando l'Argentina allo sbando.
In dicembre, venne decretato lo stato d'assedio.
Nel paese scoppia
la protesta di piazza, costringendo alle dimissioni ben 3 presidenti
nel giro di una settimana : De la Rua, Puerta, Saà.
La protesta di piazza che coinvolge la quasi totalità della popolazione,
senza differenziazione di ceto o grado di istruzione e assume il nome
di ARGENTINAZO , termine intraducibile a significare
ribellione collettiva, di piazza , corale.
Discendente d'emigrati svizzeri, un passato senza scandali da governatore della provincia di Santa Cruz, non appena eletto il nuovo Presidente Nestor Kirchner ingaggia una grande offensiva, mai vista prima in Argentina, alla CORRUZIONE dominante nell'amministrazione pubblica .
Le azioni più eclatanti del nuovo presidente si possono così riassumere :